Architettura Romanica

Nello specifico, il termine "romanico" fa riferimento al legame con l’architettura romana, dalla quale vennero ripresi alcuni elementi strutturali (l’arco, la colonna, il pilastro, la volta) e una certa impostazione monumentale e spaziale. Tuttavia l’interpretazione del romanico come rinascita della sapienza costruttiva romana e, conseguentemente, della spazialità dell’architettura imperiale non è accettata da tutti, ed è stata avanzata anche l’interpretazione dell’architettura romanica come derivazione dell’architettura bizantina. In relazione al termine romanico sono stati utilizzati dagli storici anche i termini preromanico (riferito alle realizzazioni architettoniche del IX e X secolo), protoromanico (riferito alle prime manifestazioni di questo nuovo linguaggio architettonico sul passaggio tra X e XI secolo) e tardoromanico per le regioni che nel XIII secolo non accolgono il nuovo stile gotico. A partire dalla metà del XIX secolo e fino ai primi anni del Novecento, inoltre, l’architettura romanica fu fonte di ispirazione per una nuova tendenza artistica, nota appunto come architettura neoromanica.

Il romanico presenta due aspetti apparentemente antitetici: da una parte non è il prodotto di una sola nazione o di una sola regione ma è nato pressochè contemporaneamente in Francia, Italia, Germania e Spagna e durante il suo sviluppo ha presentato scambi ed influenze reciproche in tutta l’area dell’Europa centro-occidentale, finendo per costituire una cultura effettivamente europea. D’altra parte, ogni regione presenta forme, schemi costruttivi, materiali diversi tra di loro. Questa duplice natura è probabilmente un perfetto ritratto storico e geografico dell’Europa medievale che univa elementi "universali" ad altri estremamente localistici. Questo comporta una certa varietà nelle caratteristiche che possiamo attribuire all'architettura romanica.

immagine Battistero di Firenze
immagine Duomo di Monreale
immagine San Miniato
immagine Sant’Ambrogio